Dopo l’interruzione forzata – causa Covid – nel biennio 2020-2021, la mostra Brocche d’autore, organizzata dall’Associazione Maggio Eugubino, giunge quest’anno alla ventesima edizione. Con le finalità di sempre: allestire una significativa esposizione tesa a sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea.

L’intento della mostra è infatti quello di «arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio per mezzo di un’iniziativa culturale pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportunamente legata al settore della ceramica di artigianato artistico, assai rilevante nella nostra città, con delle proposte di alta qualità relative a uno dei prodotti tipici – anzi emblematici – dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.

L’iniziativa consiste nella creazione di inedite brocche dei Ceri da parte di artisti della ceramica informati sulla tipologia di questi manufatti, nonché sulla funzione e sul valore simbolico dei ‘contenitori rituali’, secondo le interpretazioni fornite dai principali studiosi della Festa dei Ceri dall’Ottocento ai nostri giorni. Essa rappresenta, quindi, anche un terreno di ricerca intorno a uno specifico e caratteristico oggetto, sul quale potranno via via intervenire numerosi artisti della ceramica, interpretandone forme e decorazioni, tanto da rendere possibile nel tempo la costituzione di una collezione a testimonianza di un gusto e di una creatività che proprio iniziative del genere intendono stimolare e favorire».

L’edizione 2023 di Brocche d’autore è dedicata con tanto affetto e grande riconoscenza al carissimo Giampietro Rampini (1955-2023), di recente scomparso. Giampietro ha fattivamente collaborato alla mostra fin dal 2002, mettendo tante volte a disposizione il suo laboratorio e la sua esperienza di ceramista con grande generosità, e partecipando come artista eugubino all’edizione del 2010.

La creazione delle brocche d’autore 2023 è stata affidata all’eugubina Catia Ceccacci, al romano ma amerino d’adozione Paolo Canevari e all’olandese Toos van Holstein:

Catia Ceccacci

Catia Ceccacci (1971), dopo il diploma presso il locale Istituto Statale d’Arte, si laurea in Storia dell’Arte all’Università di Perugia e in Beni Storico Artistici all’Università di Siena. Si occupa di scultura rinascimentale in terracotta, in particolare dell’arte dei Della Robbia (ad es. dell’attività di Fra Mattia Della Robbia, specie nelle Marche), con diverse pubblicazioni e collaborazioni a mostre sull’argomento (ad es. I Della Robbia. Il dialogo tra le Arti nel Rinascimento, Arezzo 2009). Nel frattempo si dedica anche alla pratica artistica e dal 2011, insieme a suo marito Roberto Fugnanesi, diventa titolare di Futuro d’Arte, un laboratorio di ceramica contemporanea a Sigillo, ove si realizzano oggetti unici, rappresentativi del miglior Made in Italy, sulla base di una continua, appassionata ricerca tecnica e formale, abbinando sapienza tradizionale e sperimentazione. Partecipa a varie esposizioni di settore, tra le quali: La magnifica forma, Milano 2016; Tradizione contemporanea presso l’opificio Rubboli, Gualdo Tadino 2021; 60° Mostra della Ceramica di Castellamonte 2021; Triennale della Ceramica d’Arte Contemporanea 2021/2022, Gualdo Tadino; Arte come cura, Città di Castello, 2022.

Paolo Canevari

Paolo Canevari (1963) è noto per l’utilizzo di differenti materiali e media, quali animazione, disegno, video, scultura e installazioni. L’artista presenta simboli o luoghi comuni facilmente riconoscibili, al fine di commentare concetti quali la religione, i miti urbani della felicità o i grandi principi alla base della creazione e della distruzione. Partendo come scultore, tratta la sua opera come un modo per convertire lo stato passivo della mente in atto energetico, creativo. Negli anni Novanta adotta come materiale d’elezione la gomma delle camere d’aria e degli pneumatici e il colore nero. Espone in mostre personali e collettive a Los Angeles, Parigi, Kiev, Vienna, Francoforte, Dublino, Ginevra, Taiwan, Liegi, New York; in Italia Bologna, Roma, Milano, Prato, Napoli, Spoleto, Venezia, Parigi. Partecipa alla XIII Quadriennale di Roma e alla 52a Biennale di Venezia. Di rilievo le personali al Centro per l’Arte Contemporanea di Prato e alla GNAM di Roma. Dal 2011 Canevari inizia con le opere Monumenti alla Memoria una ricerca basata sui linguaggi tradizionali della pittura, del disegno e della scultura. Al 2020 risale la retrospettiva Materia Oscura nella Galleria d’Arte Moderna di Spoleto.

Toos van Holstein

Toos van Holstein (1949), Dutch Brilliant Artist nel 2016, ha studiato Arte e Storia dell’Arte all’Accademia di Tilburg, dove si è diplomata nel 1978. Ha insegnato Estetica dal 1970 al 1990. Nel 1983 ha tenuto la sua prima mostra di dipinti ad olio. Da allora, ha esposto dipinti ad olio, acquerelli, litografie su pietra, digicompo a tecnica mista su aludibond e statue in bronzo e neolith in numerose gallerie e fiere d’arte assai note nei Paesi Bassi e in altri paesi. Specifiche mostre di Toos, come quelle sulla Legenda Aurea, sulla Divina Commedia, sul pellegrinaggio a Santiago de Compostela, sull’Iliade e sull’Odissea di Omero, si sono svolte in Olanda presso la Chiesa di San Martino di Franeker, il Museo Het Petershuis di Gennep, Fort Rammekens di Vlissingen, il Museo Musiom di Amersfoort, in Gran Bretagna presso la Chiesa Olandese Austin Friars nella Città di Londra, e in Francia presso il Museo Saint Paul di Vence. È stata anche artista residente a Pechino. Dal 2019, anno in cui Toos ha incontrato per la prima volta a Gubbio il ceramista Giampietro Rampini, anche la pittura su forme ceramiche di suo disegno, nell’atelier delle Ceramiche Rampini, è entrata a far parte delle sue competenze.