Sala I

Sala I Il primo nucleo della sezione espone reperti della cultura materiale del territorio eugubino dal Paleolitico Medio ( 120.000 -80.000 anni fa ) all’età Arcaica (V sec. a .C.). I materiali più significativi provengono dalle necropoli con tombe a inumazione. Esse contengono oggetti in ceramica, bronzo, ferro e materiale prezioso, che distinguono uomini e donne di rango ai vertici della società eugubina. Trattasi dell’élite guerriera partecipe degli scambi commerciali tra Tirreno e Adriatico e legata a pratiche e modelli culturali greci ed etruschi come l’eroizzazione del capo guerriero defunto (evidenziata dalla presenza di punte di lancia, giavellotti, asce ed altri manufatti metallici) e il banchetto di origine orientale, giunto in Italia attraverso la mediazione greca. La collezione rimanda a tale pratica con il vasellame esposto, come il calderone bronzeo in cui si conservava il vino aromatizzato e le oinochai usate per versare il vino nelle coppe. Tali manufatti sono a tutti gli effetti degli status symbol che riflettono e illustrano la condizione sociale dei defunti nelle cui sepolture erano deposti.

Sala II

I reperti qui esposti testimoniano la diffusione della cultura ellenistico-romana e, a partire dalla fine del IV secolo a.C., l’ingresso del territorio eugubino nell’ambito di influenza di Roma. Tra i materiali esposti si evidenzia l’oinichoe (vaso per versare vino) a vernice nera con ansa caratterizzata da un nudo femminile, di eccezionale qualità tecnica e plastica. Vanno poi segnalate le monete della Gubbio umbra, tra le rare attestazioni numismatiche conosciute per le comunità dell’Umbria antica. L’edilizia privata è ampiamente documentata dai resti delle numerose domus eugubine e dai materiali che da esse provengono. Proprio all’ambito architettonico appartengono i materiali esposti in una delle vetrine della sala: trattasi principalmente di elementi afferenti ai sistemi di copertura degli edifici antichi quali gocciolatoi, cornici e antefisse (elemento decorativo posto al termine delle tegole). All’ambiente domestico si riferisce invece l’esposizione di vasellame di terracotta usato per cucinare e trasportare cibi e bevande: piatti, scodelle e coppe per bere, orci, doli e anfore. Conclude l’allestimento di questa sala una serie di oggetti (tra cui alcuni unguentari, balsamari e uno strigile, strumento usato per detergere il corpo) relativi alla pulizia e alla cura del corpo. Tali attività si svolgevano in via privilegiata nelle terme, che erano delle vere e proprie strutture ricreative dove era possibile sia praticare l’esercizio fisico che dedicarsi ai bagni di vapore e di acqua a varie temperature.

Sala III

Nella sala sono esposti esempi di ritrattistica repubblicana, contraddistinta da immagini scultoree di personaggi aristocratici defunti o viventi in cui prevale la ricerca della caratterizzazione personale attraverso un marcato realismo fisiognomico. Completano l’esposizione alcune sculture che decoravano in origine il teatro romano di Gubbio: una testa di Musa, un frammento di capigliatura e una statua marmorea acefala di tipo eroico. Quest’ultima poteva forse rappresentare un imperatore: la celebrazione del culto imperiale trovava infatti nel grandioso spazio civico del teatro uno dei principali centri di attuazione e diffusione.

Sala IV

Questa sala introduce alle forme del sacro in età romana con epigrafi che testimoniano la presenza ad Iguvium di aree a destinazione sacra funzionali al culto di Diana, di Liber Pater e di Silvano
Nella vetrina si può ammirare il corredo funerario relativo ad un bambino, proveniente dall’area della Vittorina, ove si trovava una delle necropoli che si estendevano intorno l’area urbana.
Di notevole rilievo, nell’ultima vetrina, sono le testimonianze che evidenziano, accanto ai culti pagani ufficiali e tradizionali, la diffusione di altri culti importati dall’oriente, come quello della dea Iside. A tale proposito si indica il bronzetto che raffigura Arpocrate in un’iconografia tipicamente egiziana.
Un altro oggetto da segnalare, sempre legato al culto di Iside, è un ritratto virile in marmo, che rappresenta un personaggio completamente calvo o rasato, con una croce incisa sulla parte superiore destra della fronte.
Completano l’esposizione della sala alcuni esempi di sarcofagi altomedievali con motivi bizantineggianti.

Monetazione e monetazione nel territorio eugubino

La sezione archeologica ospita la Collezione di Monete che copre un arco di tempo che va dall’età umbra all’età moderna. Le più antiche monete del Museo appartengono alla monetazione umbra (prima metà del III sec.a.C.) attestata solo per Gubbio, Todi e forse Amelia. Nel processo di definizione della città sia Gubbio che Todi infatti stabiliscono di battere moneta, adottando tipi monetali e sistemi di peso in stretta relazione con il mondo etrusco confinante. In età moderna la Zecca di Gubbio batte moneta per i duchi di Urbino dalla prima metà del XV sec. fino alla prima metà del XVII sec. diventando una delle zecche principali del Ducato. L’attività della Zecca di Gubbio continua anche durante la dominazione pontificia dal 1646 al 1799. La raccolta conserva monete di quasi tutti i Pontefici. Gubbio è scelta per la sua posizione centrale che permette un facile irradiamento della moneta nelle province dello Stato Pontificio e oltre.

Punta di freccia in selce, 4000-3000 a.C
Asse con Giano bifronte, moneta romana repubblicana
Cratere a vernice nera, IV sec. a. C.
Statua marmorea acefala