La religione vedica
di Anna Bettelli, IV ALC del Liceo G. Mazzatinti di Gubbio
Il Vedismo era la religione degli Indoariani dell’india del nord durante il II millennio a.C. La religione vedica è uno degli elementi storici fondamentali per la nascita dell’induismo moderno, anche se questa è molto diversa da esso.
I testi sacri della religione vedica sono articolati su quattro libri, scritti in sanscrito antico, dove venivano trattate le pratiche religiose. I Veda riportano la liturgia collegata ai rituali e ai sacrifici compiuti da circa 16 sacerdoti. Tradizionalmente si crede che gli inni vedici siano stati rivelati divinamente a dei “profeti” e si pensa inoltre che non siano stati creati dall’uomo.
La religione Vedica dell’epoca pre-classica viene considerata come una miscela di elementi dell’Asia centrale e elementi indoeuropei, unendo credenze e superstizioni a riflessioni filosofiche di grande spessore. Le credenze e le pratiche vediche dell’era pre-classica sono probabilmente emerse tra gli immigrati indo-europei nell’attuale Uzbekistan e nell’Iran.
La religione vedica del periodo vedico successivo coesisteva con le religioni locali, e si sviluppò ulteriormente con le migrazioni nella Pianura del Gange nel 1100 a.C.
La religione vedica prediligeva l’adorazione di elementi come fuoco e fiumi, oppure l’adorazione di divinità eroiche come Indra, nonché il canto di inni e l’esecuzione di sacrifici. In genere i sacerdoti eseguivano i rituali per i nobili e per i ricchi popolani. La gente pregava per l’abbondanza di bambini, pioggia e ricchezza, per un’esistenza longeva e una vita dopo la morte nel mondo degli antenati. Questa modalità di culto è stata preservata anche oggi nell’induismo, che comporta la recitazione dei Veda da parte di un sacerdote, per prosperità, ricchezza e benessere generale.
Il pantheon vedico conta 33 divinità: undici per la terra, undici per l’atmosfera e undici per il cielo. Tra le varie divinità spiccano l’eroica Indra, poi Agni, il fuoco sacrificale e messaggero degli dei, e infine Soma, la bevanda sacra deificata.
L’etica nei Veda si basa sul concetto di integrazione radicato nell’Assoluto e sulla coordinazione dell’universo e ogni cosa al suo interno. Raggiungere l’Assoluto inoltre è considerato un sacrificio se visto dal punto di vista dell’individuo.
CONFRONTO TRA VEDISMO E RELIGIONI CLASSICHE
Il concetto di religione nel mondo greco e romano antico, come per la religione vedica, non restò immutato nel tempo, ma a seconda degli avvenimenti storici fu soggetto a cambiamenti ed evoluzioni.
Originariamente i Greci veneravano le entità naturali, come per il Vedismo, ma attribuendogli caratteri divini e antropomorfi. Gli dei erano un vero e proprio “specchio” degli umani sia nell’aspetto che nel comportamento. Con l’evolversi del pensiero filosofico si iniziò ad attribuire alle divinità un valore morale più profondo, trasformandoli in veri e propri esempi di vita per l’uomo.
Nell’antica Roma invece la parola religio significava vincolo da rispettare, limite da osservare. I Romani erano dunque uniti alla divinità tramite una ferrea osservazione dei culti religiosi, senza oltrepassare quel confine che separa il dovere dalla tracotanza. Nel corso della storia il termine religio mutò di significato, assumendone uno di accezione più negativa. Ad esempio Lucrezio e Orazio attribuivano al termine il valore di superstizione e bigottismo. Da questo si capisce che il concetto di religione varia nel tempo e in base alle circostanze che un popolo è costretto ad attraversare nel corso della sua storia.
A differenza però dell’evoluzione religiosa occidentale, dove l’arrivo del Cristianesimo ha in gran parte cancellato e rimodellato il culto pagano sul nuovo, alcuni inni presenti nei quattro libri Veda, sono tuttora presi come testi sacri.
Un’altra cosa che ci differenzia molto è l’approccio verso i testi sacri. Se con l’evangelizzazione si sono iniziati a prendere i testi sacri come una serie di eventi accaduti veramente nel tempo, anche se pieni di allegorie, negli inni vedici superstizione e mitologia coesistono. Nonostante le “impurità” date dalla superstizione i testi sacri del Vedismo, che hanno dato origine all’attuale Induismo, restano comunque la testimonianza più antica di un popolo fortemente saggio e riflessivo.