Crittografia: l’evoluzione nel corso dei secoli

di Anna Bettelli, IV ALC del Liceo G. Mazzatinti di Gubbio

Il termine crittografia (dal greco kryptos e graphìa, ovvero “scrittura nascosta”) indica l’arte di scrivere messaggi segreti tramite dei codici e degli algoritmi, i quali rendono il messaggio illeggibile a chi non conosce la “chiave di lettura”, la cosiddetta “soluzione”. Sappiamo che fin dall’antichità si utilizzavano messaggi crittografati: i primissimi esempi di crittografia sono stati scoperti in alcuni geroglifici egiziani risalenti a più di 4500 anni fa.

A metà del 1400 Leon Battista Alberti, grande matematico e architetto, grazie ad un’analisi statistica sulla lingua, comprese le falle dei sistemi cifranti e allo scopo di renderli meno vulnerabili definì un codice polialfabetico (realizzato grazie all’utilizzo di più alfabeti, trasformando ad esempio la lettera A in F e proseguendo lo scambio delle lettere per le restanti, sempre seguendo l’ordine alfabetico). Il codice presupponeva la costruzione di uno strumento, il Disco Cifrante di Leon Battista Alberti.

Questo era realizzato da due dischi concentrici (di qualsiasi materiale) uniti da un perno. Sul disco esterno erano riportate 24 caselle contenenti, in maiuscolo e ordinate, le 20 lettere dell’alfabeto latino, con la Z ed escluse le rare H, K (ABCDEFGILMNOPQRSTVXZ), seguite dai numeri 1 2 3 4. Il disco interno viene detto mobile, con 24 lettere minuscole in ordine casuale, disordinato. Questa norma del disordine è fondamentale al fine di rendere più sicuro il cifrario.

Con il passare dei secoli i “messaggi in codice” si sono evoluti, diventando più complessi da risolvere. Ad esempio, invece di lasciare all’uomo il compito di ideare nuovi codici crittografati, nel 1923 venne inventata “Enigma” una macchina capace di creare e decifrare, inviare e ricevere messaggi cifrati. Nella sua prima versione era formata da tre rotori (o dischi cablati) che abbinati diversamente componevano 150 trilioni di combinazioni diverse. Una delle sue versioni più aggiornate venne utilizzata dai tedeschi nella seconda guerra mondiale.

IL CIFRARIO PIGPEN

Il cifrario Pigpen è stato inventato agli inizi del 1700 e veniva originariamente utilizzato dalla massoneria statunitense per mantenere segreti i registri contabili. Viene considerato, grazie alla sua semplicità, un tipo di codice “debole” e facile da decifrare. Il codice Pigpen è realizzato tramite l’associazione delle lettere a dei simboli e questo ne è un esempio:

Di seguito il collegamento per scrivere in codice Pigpen:

https://www.boxentriq.com/code-breaking/pigpen-cipher

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