La poesia di Annibale Niccolini
All’interno del Palazzo dei Consoli, sulla parete soprastante la porta che conduce dalla Sala della Pinacoteca all’Arengo, spicca una poesia di Annibale Niccolini (1547-1636 ca.), medico eugubino e virtuoso cultore dell’arte poetica. Il carme, in lingua latina, è “incastonato” in una preziosa cornice di sapore rinascimentale. Il tempo è stato inclemente con questa iscrizione, conservata con alcuni “segni” che ne hanno deturpato l’originale aspetto, ma tuttavia possiamo abbozzare, di essa, una traduzione:
“La pace fonde assieme
gli elementi e gli esseri animati.
E, in virtù della pace,
il corpo si unisce allo spirito.
In forza dell’eterna pace dei cieli
le sfere dispiegano il loro moto;
essa preserva i popoli
e dona stabilità ad ogni cosa;
questa stessa è fonte di ogni bene.
La folle discordia, invece,
scompone, disunisce, disperde, distrugge.
Ognuno, dunque, la rifugga
e cerchi la pace, che reca giovamento
e tutto sostiene e domina”
Questo il nostro messaggio per il futuro.